Giardini d'acqua Porto Cesareo

Il progetto Giardini d’acqua nasce per consentire al visitatore di osservare e godere, in sicurezza e rispetto dell’ambiente, degli insoliti scorci naturali creati dall’attività del mare tra suolo e sottosuolo e raccogliere così immagini, odori, colori viaggiando attraverso questa immensa tavola tattile.

spunnulate-origine-nome
Nel “Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano” (Porcelli–Napoli1789), viene riportato il primo lemma sfonnolare.

Spunnulate: possibili origini del nome

Le cavità rocciose (doline di crollo) sono localmente conosciute con l’appellativo di “spunnulate” –cioè “sprofondate”. Domenico Novembre è dell’opinione che “spunnulate”, vale a dire “sprofondate”, derivi da spunnulareampliamento intensivo di spunnare cioé “sfondare, sprofondare”. Secondo il parere del linguista Luciano Graziuso, invece, la parola “spunnulate” dovrebbe derivare da sponnulare che, nell’accezione pullulare (germogliare) più si presta a spiegare, nel dialetto locale, le peculiari manifestazioni doliniformi (da germogliare, appunto, espressione intesa come fioritura di essenze arbustive pure direttamente dall’acqua presente nel fondo di alcune cavità carsiche). “Spunnulata, dunque equivale a sfondata, con riferimento, però, non al fondo ma alla volta della cavità carsica, che coincide con quello che prima del crollo era il livello di calpestio” (Armando Polito – Fondazione Terra d’Otranto).

Dove si trovano

L’ambito territoriale interessato dal progetto si estende lungo il tratto di costa ionico-salentina nelle vicinanze della diruta Torre Castiglione (Comune di Porto Cesareo) ed è compreso nell’area naturale protetta denominata RISERVA NATURALE ORIENTATA REGIONALE “PALUDE DEL CONTE E DUNA COSTIERA – PORTO CESAREO”, in cui la morfologia della linea di costa è il risultato dell’azione combinata di fattori carsici e marini.

Le doline sono solitamente allineate secondo le principali linee di frantumazione tettonica. Le doline (spunnulate) di Torre Castiglione si situano in direzione NW-SE, lungo una direttrice che va dalle scarpate delle Murge fino al mare.

da I sinkholes in Puglia di M. Parise - 2014 (tratta da Bruno et alii -2008)

Solo due di queste spunnulate risultano però censite nel Catasto Regionale delle Grotte Naturali, a cura della Federazione Speleologica Pugliese (GIULIANI, 2000).

In particolare, esse sono:

  • Pu505 Grotta di Castiglione (n°90)
  • Pu992 Grotta di Castiglione 1980 (n°70)

Lungo  la stessa direttrice si allineano numerose doline di sviluppo diverso ed in particolare tre:

  • Dolina attraversata dalla strada Taranto–Porto Cesareo, quindi divisa in due sezioni e doline ad essa aggregate;
  • Dolina distante dalla strada poche decine di metri verso nord;
  • Ultime doline
Distribuzione spaziale e numerazione delle “spunnulate”. da Valutazione dello stato di conservazione delle "spunnulate" della costa di Porto Cesareo e Nardò con un approccio vegetazionale - Beccarisi/Ernandes/Delle Rose/Zuccarello
da Il contributo della geomorfologia nella gestione sostenibile delle coste, Mastronuzzi-Sansò 2013

L’evoluzione della costa nel tempo geologico

Recenti ricerche, con l’ausilio della geoarcheologia, hanno permesso di stimare la velocità media di sollevamento delle terre emerse o del livello del mare negli ultimi 125.000 anni (Mastronuzzi&Sansò, 2002; Scarano et al., 2008; Alfonso et al., 2012). Come si evince dall’immagine, la costa di Torre Castiglione è emersa con una velocità media paria a 0,03 metri ogni mille anni. Nel 2008 sono state analizzate tutte le spunnulate censite tra Torre Lapillo e Torre Castiglione ai fini della redazione di una carta della suscettibilità da sprofondamenti. La suscettibilità da frana è la probabilità che una frana avvenga in un territorio, sulla base delle condizioni locali. È una misura del grado in cui un territorio potrà essere interessato da frane, ossia una stima del “dove” le frane potranno accadere (IRPI). La cartografia prodotta ha mostrato che ampi settori della fascia costiera in esame sono potenzialmente interessati da sviluppo ed evoluzione di sprofondamenti e dunque vulnerabili (BRUNO et alii, 2008), evidenziando la necessità di approfondire ulteriormente le ricerche per pervenire a modelli di mitigazione del rischio.

Cosa fare
alle spunnulate

Sbrigliare i sensi, diventare contemplatori attivi dell’azione dell’acqua e del mare e della natura in movimento, per provare ad interpretarne suoni e messaggi.